Il mondo, senza fermarsi mai un momento, è tutto una panzana in bilico tra illusione e atteggiamento radicale di svalutazione e annientamento della realtà. Privo di sostanza, e la vita è soltanto una piroetta nel vuoto. Essendo ormai, ogni essere, un Inno distrutto ed ogni sua idea corrisponde ad una impercettibile lesione alla mente. (Io, dopo 10 Ceres)
Ricordi in formaldeide
di Matteo Tassinari
Si, lo so, Socrate era più sintetico, penetrante e intenso di me. Una volta, i ricordi della gente, li tenevano in barattoli larvati, pezzi di materia grigia conservati in formaldeide o criptonite (?). A volte anche in salamoia. Se si guarda un cervello in formaldeide, i ricordi non si vedono, fantasmi appassiti quasi vien da ridire, anche se nessuno l'ha detto prima. Non si vedono i Natali, i primi regali, i coglioni di cui la mamma, come si sa, è sempre incinta, ahimè.
Se non c’è nessuno a ricordarli,
è proprio come se non fossero mai successi, mai esistiti, perché non c’è una sorella, una zia, un babbo, che possa dire: “Oh, ti ricordi di quando ti sei rotto malleolo e perone? E quando hai pianto di fronte al trans sgozzato sotto al grattacielo a Rimini ed ero inviato per il mio giornale? Ti ricordi quando hai mangiato una torta intera e hai vomitato in fondo all’autobus?". No, perché non è mai successo.
Oooooh... che esalazioni!
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Quindi, vedete che il ricordo non è poi così impalpabile, a volte penso che i ricordi si possano pure toccare, tanto per dir qualcosa. E quando hai scoreggiato torrefatto, secco, grintoso, a musica spenta, al party di Calcinaccio vestiti tutti da ellenici? Oooooh... che esalazioni! Il fragore, oltre che l'odore, penetrò ogni fessura. Bei momenti, pieni di fetore e miasmi provocati da cocaina, graveolenza e afrore. Fu un tutt’uno nell’emanazione stantia del viaggio. Troppi buffoni che giocano a fare i Rimbaud di turno, troppi alcolici all'assenzio, troppi cantanti alla Morgan o la Tatangelo.
Sauvé la grâce
qui est en vous
Col passare degli anni, mi sono quasi convinto d’essere un esperimento. Nelle relazioni sociali, con le assistenti sociali, psichiatri, celle di tribunali, di un centro sociale o di casa Pound (prrrr...), di passaggio nelle stazioni di polizia dove il silenzio è d’oro e il mattino c’è l’ha in bocca. Sono dappertutto, osservano, scrutano, mettono a registro quel che non va, proprio quando sul far della sera ogni destino se ne andrà. Rimango a testa in giù per ore, lasciando che i desideri vadano alla deriva, per non vivere più ansie da prestazione. Mi osservano quando non piango, quando mento, angelico e nascondo i piedi sporchi di stinco stanco e il suo cul bianco. Ciao Paz!
Impugnare
banane
Guardo la luna e non ci vedo nulla. La sua testa craterizzata, il disco grigio di metallo incute paura. Quando litigo, loro sono lì, mi masturbo, bevo o prego, loro sono lì! Come quando incidevo il mio nome sugli alberi o evitavo di calpestare gli incroci tra le mattonelle. Osservano se canto, rubo una macchina, scateno una rissa dopo un buco nel callo.
Osservano persino nella vasca da bagno. Si chiamano pulotti, quelli coi baffi sulle pantere pronte a morderci il sedere. Non posseggono cultura e ci piace 'a busta a fine do mese. Li guardo adesso e capisco tutto, siano benedetti i miei fallimenti, devo a loro, ai miei fallimenti, tutto ciò che sono! Come avrei voluto esservi lontano, ma lontano non vi so stare, siete troppo miei. Le malattie poi m’impongono di frequentarvi e la morsa si stringe dopo 3 decadi di delitti mai commessi. Che peso.
La deriva
delle marionetteE’ un’auto civetta. Le manette fanno male ai polsi, ma non sono tanto strette da lasciare segni. Di solito usano bastoni rivestiti da stracci bagnati e imbottiti di bambagia, per non lasciar segni sul corpo. Il poliziotto mi scruta dallo specchietto retrovisore. In questo posto ci sono solo dossi artificiali e un fiume, case con le veneziane a penzoloni come pesanti palpebre scardinate. I campi sono strani, solo terra, neanche un cima d’erba. La macchina imbocca un ponticello di pietra vecchissimo e a me viene voglia di saltare giù nel fiume. L’acqua è tutta mulinelli. Una volta ho dormito in un bosco per tre giorni. E' stato spaventoso e incantevole. In giro non c’era quasi nessuno. A parte una fauna strana.
Tenete, fumate e andate in pace... |
Due balordi a serramanico, un pedofilo a caccia di prede, presenze inquietanti, perciò all’erta, ma senza farmi assalire da paranoie in più. In acido, facevo il bagno nelle rapide, pensando di essere nel sud Dakota. Mi lavavo le mutande e la maglietta nel torrente. Poi le lasciavo ad asciugare sulle rocce mentre prendevo il sole e rollavo un paio di canne d’erba che dicevano essere congolese.
La visione onirica del pianeta terra |
Dentro di me pensavo: “Booom! E la prossima? Cosa sarà, messicana?”. Nel paese più bello del mondo, lambito a sud-est da Belize e Guatemala, si dice che sia stata trovata l’erba migliore del mondo, con un thc dell’88%. Se pensiamo che noi fumiamo erba con un thc al massimo del 20%, vien da meditare che con un tiro sei sbarellato per tre giorni. Ma chi l’ha mai provata? Pensare che necessita sono di tre naturali elementi per crescere, acqua, sole e terra. Droga pesante? Ipocriti! Se li meriterebbe un cattolico senza sostanza cristiana di nome Giovanardi. La marijuana, non è una droga PESANTE! Siete dei perfidi, a cominciare dai preti, escluso il grande don Luigi del Gruppo Abele e qualche altra rara eccezione.
E' VOSTRA, PRENDETELA... |
Zero stress
Potrei viverci. Zero finestre da chiudere ed aprire tutti i santi giorni. Era un’estate indiana, credo, perché a settembre faceva ancora un caldo da Ebola. Avevo diciotto anni ed ero incasinato come i granchi a 30 metri dalla riva del mare che non raggiungeranno mai per poi morire spiaggiati.
“Non farai paura
a nessuno, qui dentro!”
Federico Aldrovandi, ucciso dallo Stato a soli 18 anni |
Il tintinnio
di manette ai polsi
Il pulotto burbero e violento poggia una mano sul mio braccio pieno di cicatrici endovenose. In passato ha già avuto a che fare con me. Ma lui non si ricorda. Non si accorge che ho le unghie conficcate nei pugni. Neanch’io ci faccio caso, finché non apro la mano è vedo le piccole mezzelune rosse sul palmo. Mi fa schifo la sua faccia e il collo peloso. Odio il modo in cui sterza col volante, coatto gradasso. Ma la cosa peggiore è questo posto dimenticato da Dio, non c’è via di fuga. Le manette tintinnano mentre mi aggiusto i pantaloni e tiro su la cerniera dei pantaloni per non sembrare troppo sbandato.
Lutto nazionale
e tutto passa
Quella dell'altro giorno non sarà l’assordante carneficina terminale. La realtà della storia è che la conclusione di queste ecatombi marine, non ci sarà mai. E lo sappiamo, ma lasciamo correre, senza intervenire fattivamente dove i gangli dell'organizzazione criminale pulsano. Ogni tanto accade che muoiano più persone tutte assieme, rendendo la morte nell'area mediterranea è un fatto al quale ci si è abituati, una routine folle e macabra.
L'imbarcazione prese fuoco
Circa un anno fa, il 3 ottobre 2013, al largo di Lampedusa, naufragò un peschereccio di magrebini. Un volta agganciato il barcone e portato nel porticciolo dell'isola, l'orribile scoperta di centinaia di morti. Uno dei tantissimi drammi nei paraggi dell'isola. Tra le vittime donne e bambini. Il dispaccio divulgato ai giornalisti fu agghiacciante nelle cifre che di solito hanno un effetto meno drammatico delle immagini: 500 morti marocchini e algerini. L'imbarcazione, prendendo fuoco si apri in due. I superstiti magrebini dissero ai giornalisti: “I pescatori hanno fatto di non vederci mentre noi ad urlare a 30 metri di distanza”. Venne proclamato il lutto nazionale. Però.
Le regole
delle maggioranze
Ho di quei pruriti vaganti che non se ne vanno più. Ci voleva molto bene lo scrittore Edgar Lee Master quando scrisse che è sempre stato così nella storia. Nessuna comunità ama i disadattati. Nessuna maggioranza ammette regole diverse dalle sue. Secondo il signor Masters, ai vecchi tempi una donna che non aveva né marito né famiglia ma se la cavava comunque, non era vista di buon occhio, pensavano che fosse una troia. Affondo di nuovo le unghie nelle mani e mi dice sempre quello: “Vedrai, se non ti rinchiudono al quarto piano entro l’ora del tè, vuol dire che t’è girata bene”. Smettila di fissarmi, mi urla quello con la faccia un po’ meno da culo, ma il marchio è indelebile in tutti. E' come quando sei vittima di una congiura fuori controllo, basata sul nulla, o su questioni che non saprai mai, intanto in tre hanno ordito un giochetto molto demenziale per non so che cosa. Contenta lei, lei e lui, contenti tutti. Ma chi credete che voi siate! Ma chi credete che sia me medesimo soprattutto! Su rientrate in voi stessi, per la vostra felice salute mentale.
Una faccia di cazzo la
riconosci subito
Torniamo al carcere. Ho solo bisogno di respirare, come Cucchi e Aldrovandi, ma le botte che gli hanno dato, non glielo permisero. Finché non riesco a tornare ad una dimensione normale, non riesco a ragionare, sono un pesce in un acquario di 10 metri con uno squalo tigre.
Accanto, una biondina dalla
tutta tatuata. Lascia penzolare dalla bocca un lungo filo di saliva, senza interromperlo, almeno un fil di saliva lungo un metro. Era bravissima e glielo urlai: “Bravissima!”. Rientro nei miei guai. E mi concentro sulla sua faccia depressa. Aiuta a combattere la mia estraneità e la mia realtà. D'improvviso s'apre la porta ed entra un questurino con occhi verdi ramarro, naso storto, peli su collo e braccia folti come un Bogonga. Da li a 10 minuti dopo, sarei stato legato al termosifone con le manette. Mi sganciarono due dritti, uno in fronte, l'altro nella pancia. Doppia guardia, eh? La pula non ci arriva proprio con la testa. Ma anche noi sapevamo molto di loro, eccome! Ci scambiavamo informazioni, proprio come loro. Sappiamo se in un dipartimento c’è uno psicopatico, oppure un pulotto corrotto tossicomane che della roba sequestrata, se ne portava via sempre i suoi grammetti. Scopri fatti, che la gente non immaginerà mai al mondo.
Ci scambiavamo informazioni se in un commissariato trovavi l’animale che ti gonfiava di botte, se c’è quello che fa, poliziotto buono, poliziotto cattivo. Tecnica usurata e conosciutissima dai tossic man. Sapevamo se qualcuno veniva accoltellato o se qualcun’altro impiccato dal signor De Tormentis (esistito davvero in forze ai Servizi che seguivano De André, in quanto Anarchico, artista e cantante) se siete interessati all'argomento cliccate qui sopra http://mattax-mattax.blogspot.it/2012/06/i-servizi-fiancheggiatore-delle-br.html ne uscirete più incazzati. In carcere, chi batte le strada per qualsiasi ragione, si sapeva chi fossero le guardie: maniaci che ti chiudevano in casa e ti sbattono in mezzo a tante di quelle gang bang che diventi una marchetta, è arrivato il messaggio cifrato? Ci difendevamo contro ogni minuscolo soppruso, fino alle violenze sessuali, e non solo alle donne, creando un rete simile ad Internet, davamo vita a leggende, creavamo miti per distruggerli. Le stesse regole della galera, del manicomio, delle famose strutture definite di “contenimento”.
Stefano Cucchi, deceduto durante la custodia cautelare |
Mi alleno per la prigione vera. Nessuno ne parla, ma è una semplice statistica. O la galera o una vita piena d’infrazioni per difesa ai gioielli di famiglia. Molti finiscono al camposanto senza troppe inchieste. Su una svolta, cento rimangono all'oscuro, sono taciute per sempre, come direbbe lo scrittore Louis Ferdinand Celine. Qualcuno andava in manicomio, altri costretti ad entrare in manicomi per uscirne prima con le gambe e poi con la testa dopo due giorni di parcheggio. Si, proprio come avvenne a Stefano Cucchi o Federico Aldrovandi. E' agosto e qualcuno viene trovato morto d’overdose nella propria mansarda, ma dopo 15 giorni. Si dice che quando il prete è entrato in quella stanza, abbia avuto un mancamento per l’odore acre di carne di carne putrefatta e consunta fino all’osso. Un braccio si staccò dal corpo, riferì Spumino, un amico.
Svolte
taciute
Molti altri spariscono e basta. Intanto, lo sbirro si slaccia la cintura di sicurezza e controlla che sul cruscotto non ci sia nulla da rubare. “Eccoci, siamo arrivati”, m'informa. Apre la portiera, mi prende l’avambraccio e mi strattona sotto un portico, dove nessuno può vederci più. E’ il momento dei ferri, solo per percuotere, manette per legarmi ad un termosifone, dove mi lasciarono solo 5 ore. Sono stato fortunato tutto sommato, sapendo che altri sono rimasti così, da soli, in quela psozione anche in piedi o accovacciato a terra per 24 ore di fila, allo scopo di estorcergli il nome di chi gli aveva venduti un grammo e mezzo di Brown Sugar. Neanche a Pablo Escobar. Che strazio, aiutaci tu Gesù.