domenica 24 aprile 2016

400 anni contro il lavoro gratuito

DON CHISCIOTTE E SANCHO PANZA
400 ANNI CONTRO
IL LAVORO GRATUITO
di Giuseppe Allegri e Roberto Ciccarelli* 
Nelle pieghe delle mille umane, troppo umane, avventure narrate da Miguel de Cervantes troviamo, certo non a caso, l'universale condizione dell'essere umano nel suo perenne oscillare tra solitaria affermazione individuale di uno spirito libero, indomita perseveranza, muta condiscendenza alla subordinazione, urgenza di riparare tutti i torti, visionaria vocazione all'intrapresa individuale e collettiva, speranza in una qualche sicurezza, subìta propensione al lavoro salariato, aspirazione, sempre sofferta, all'indipendenza individuale e alla ricchezza comune. 
 Una vita condotta in due
La vita tra operoso sogno ad occhi aperti, volonterosa individualità, condivisa passione esistenziale, imprevedibile progettualità temporale, ieratica e sfaccendata erranza.
Per giunta una vita condotta in due, cambiando continuamente i ruoli di maestro e discepolo, servo e padrone, sapiente e ignorante, cavaliere e scudiero, folle e saggio, stolto e intelligente, subordinato e freelance, ma per sempre da fratelli, ingegnosi e temibili, che condividono il proprio destino, nella sventura e nella gioia. Fino a che “l'opposizione dei due modelli è coronata dall'identificazione: insomma nella donchisciottizzazione di Sancho e, per paradosso, nella sancizzazione di don Chisciotte”. E una risata continua, che attraversa ogni pagina e corrode tutte le certezze.
 La donchisciottizzazione di Sancho e viceversa
Allora qui ci si limita a nominare una condizione, che proprio dal rapporto tra il Cavaliere dalla Trista Figura e il suo fido scudiero – don Chisciotte e Sancho Panza – arriva a noi. In un cortocircuito temporale che lega le forme di vita e di lavoro tra la rude, eppure paternalistica, materialità dei servigi nell'antico regime feudale e il pervasivo, astrattamente creativo, lavoro cognitivo al tempo del capitalismo finanziario.
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Marina Donato, Selacapo: "La furia dei cervelli: noi siamo il quinto stato": "Ci sono libri che pervadono, che agitano gli animi, che costituiscono un movimento per le coscienze umane: libri che ti fanno vivere la tua vita e la realtà  da protagonista e non da spettatore passivo. Libri trasparenti perché veri. É questo è il caso della “Furia dei Cervelli”, un libro, un fenomeno, un movimento".

Economia politica      della
promessa
Per la sua attività di scudiero il contadino Sancho Panza ricevette la solenne promessa del suo cavaliere errante. Gli diceva, fra l'altro, don Chisciotte che si disponesse di buon animo a accompagnarlo, perché, chissà, poteva capitargli qualche avventura mercé la quale, in quattro e quattr'otto, poteva conquistare un'isola e lasciarci lui come governatore. Con queste e altre promesse del genere, Sancho Panza, poiché così si chiamava il contadino, lasciò sua moglie e i suoi figli e entrò scudiero del suo compaesano.

Don Chisciotte, freelance
per antonomasia
Ecco l'“economia politica della promessa”. E in prima battuta si promette “qualche avventura”, in virtù delle quali, in prospettiva, ottenere un'isola e, soprattutto, il suo governo. E a fare questa promessa è il visionario, cavaliere solitario, freelance per antonomasia, don Chisciotte, che così riesce ad arruolare Sancho Panza come suo scudiero.
 “Lancia libera”,
free-lance
ilaria
È qui che si inaugura la più sottile, invasiva, eppure vitale e duratura relazione lavorativa: un rapporto di lavoro tra il datore-committente che in questo caso è l'esempio più fulgido dell'indipendente “lancia libera”, free-lance e il suo collaboratore, assistente, a tratti verboso, sempliciotto e impacciato consulente, altre goffo, testardo e pragmatico servitore.

 AMOR       IERATICO 
Il nobile imprenditore di se stesso coinvolge il suo fidato assistente nell'impresa personale, eppure condivisa, di accedere all'errante cavalleria: l'uno come cavaliere armato di mal congegnata celata, scudo e lancia, l'altro come suo buon scudiero. La vera spinta propulsiva a mettersi insieme nell’intrapresa è riscattare le proprie, stanziali, misere esistenze, aprendosi al mondo, mettendosi in movimento per ripararne i torti e far parte dei cavalieri erranti e del loro seguito. L'obiettivo – la missione – di elevarsi a condizioni esistenziali altrimenti irraggiungibili, è la molla che spinge all'azione e tiene uniti questi due ieratici fratelli, nella buona e nella cattiva sorte.

http://furiacervelli.blogspot.it/